Telharmonium
Il primo grande Gigante.
L’antenato
più antico del sintetizzatore moderno è probabilmente il cosiddetto Telegrafo
musicale, inventato da Elisha Gray già nel 1876. Tuttavia il primo strumento
elettronico musicale rilevante fu il Telharmonium di Thaddeus Cahill. Inventato
intorno al 1897, il Telharmonium aveva delle dimensioni mastodontiche e il suo
peso era di circa duecento tonnellate. Sebbene i segnali prodotti dalle 145
dinamo di cui era composto fossero controllati da varie tastiere di sette
ottave, che venivano suonate a quattro mani, il suono era molto debole e non
poteva essere amplificato, dati i livelli di sviluppo ancora rudimentali
dell’elettronica. Il Telharmonium veniva usato per suonare musica classica, ma
una serie di fattori ne causarono l’inevitabile declino: oltre alla già detta
mole smisurata, che rendeva il trasporto dello strumento una vera e propria
impresa (c’era bisogno di un treno), bisogna ricordare la difficoltà per i
musicisti dell’epoca di familiarizzare con uno strumento simile: errori di
esecuzione non erano rari, mentre problemi di natura meccanica spesso rendevano
il suono prodotto persino sgradevole da ascoltare. Il Telharmonium sprofondò
nell’ombra con l’avvento dell’amplificazione e della radio, tuttavia esso
rappresenta allegoricamente la genesi della musica elettronica, fungendo da
fonte di ispirazione per il compositore italiano Ferruccio Busoni nel comporre
il saggio “Schema di una nuova estetica della musica”, da cui furono
influenzati i futuri lavori di personaggi come Edgard Varèse e Luigi Russolo.
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Interno del Telharmonium |
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