sabato 7 settembre 2013

Telharmonium

Il primo grande Gigante.


L’antenato più antico del sintetizzatore moderno è probabilmente il cosiddetto Telegrafo musicale, inventato da Elisha Gray già nel 1876. Tuttavia il primo strumento elettronico musicale rilevante fu il Telharmonium di Thaddeus Cahill. Inventato intorno al 1897, il Telharmonium aveva delle dimensioni mastodontiche e il suo peso era di circa duecento tonnellate. Sebbene i segnali prodotti dalle 145 dinamo di cui era composto fossero controllati da varie tastiere di sette ottave, che venivano suonate a quattro mani, il suono era molto debole e non poteva essere amplificato, dati i livelli di sviluppo ancora rudimentali dell’elettronica. Il Telharmonium veniva usato per suonare musica classica, ma una serie di fattori ne causarono l’inevitabile declino: oltre alla già detta mole smisurata, che rendeva il trasporto dello strumento una vera e propria impresa (c’era bisogno di un treno), bisogna ricordare la difficoltà per i musicisti dell’epoca di familiarizzare con uno strumento simile: errori di esecuzione non erano rari, mentre problemi di natura meccanica spesso rendevano il suono prodotto persino sgradevole da ascoltare. Il Telharmonium sprofondò nell’ombra con l’avvento dell’amplificazione e della radio, tuttavia esso rappresenta allegoricamente la genesi della musica elettronica, fungendo da fonte di ispirazione per il compositore italiano Ferruccio Busoni nel comporre il saggio “Schema di una nuova estetica della musica”, da cui furono influenzati i futuri lavori di personaggi come Edgard Varèse e Luigi Russolo.
Interno del Telharmonium

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